C’è un modo per evitare il rischio di una sconfortante sensazione del genere, arrivato davanti al mare dell’ultimo record: condividere le conquiste fatte, trasformarle da orgoglio personale in gioia di spogliatoio e poi aiutare compagni a battere il loro record. Allora il mare si ritirerebbe di colpo e davanti a lui si spalancherebbe nuova terra da conquistare. Ma per farlo dovrà sforzarsi di sentirsi veramente parte del gruppo, alla pari, e soprattutto accettare di poter essere, ogni tanto, inferiore a qualcuno.
La prossima volta che verrà sostituito, resti in panchina a incitare compagni. Non è una vergogna, è lo sport: gioca chi merita. E la prossima volta che premieranno Messi, vada alla festa e applauda. Non significa riconoscersi inferiori. È il contrario.