“O vinci o sei nessuno”
Non è più così: per moltitudini di ragazzi l’integrità personale viene prima del risultato.

Non c’è palestra, piscina, campo dallenamento nei quali non risuoni, da sempre, lappello al sacrificio. Questo appello non ha avuto bisogno di troppe spiegazioni fino a che lidea che quasi ogni persona aveva di se stessa coincideva con il risultato: e non stiamo parlando solo dello sport. Anche lo spirito aziendale, anche il mondo del lavoro, anche lintera società ragiona in funzione del risultato. O vinci, o sei nessuno. 

Non è più così. Per moltitudini di ragazzi lintegrità personale viene prima del risultato (prima del lavoro, prima del reddito, prima di ogni altra cosa). Gli adulti, me compreso, hanno la tentazione di liquidare la questione come una forma quasi epidemica di renitenza alla fatica. E di iper-suscettibilità. È una tentazione da respingere. 

Se adulti forse più energici, certo meno sensibili, si scontrano con ragazzi più sensibili, forse meno energici, è perché il successo non è più il solo paradigma dominante. Più del successo contano la percezione di sentirsi rispettati e la voglia di vivere bene. Significa essere viziati? Può darsi. Ma dopo una vita trascorsa a biasimare la corsa del topo”, il corri-produci-consuma-crepa che è lo spirito del capitalismo, almeno qualche dubbio, di fronte ai no grazie” di molti ragazzi, ci deve venire. 

Michele Serra
da La Repubblica