Tom e Bob
L'atleta professionista
non può essere considerato
una persona sana.
Carlo Ancelotti
Come sta cambiando la concezione del rapporto tra sport e salute.
Qualche tempo fa guardavo fuori dalla finestra del mio studio e osservavo le persone che si allenavano al Centro Benessere Cooper, sulla nostra pista da un miglio (1,6 km.) che si snoda tra gli alberi, due stagni e le attrezzature per fare sport all'aperto. Molte delle persone che vedevo sono mie pazienti, e due di loro in particolare hanno attirato la mia attenzione.

La prima persona era Tom, un corridore che gareggia spesso sulla lunga distanza e fa anche maratone e gare. Anche oggi che ha 45 anni Tom corre regolarmente una quindicina di chilometri al giorno su strada 6-7 giorni la settimana.

Una volta mi ha detto che se salta anche solo un giorno si sente in colpa e cerca di rimettersi in pari correndo più a lungo e più in fretta nei giorni successivi. A parte questo allenamento di resistenza, Tom passa almeno mezzo’ora, tre volte la settimana, facendo body-building al nostro Centro Benessere.

L’allenamento quasi fanatico di Tom ha dato buoni risultati sotto diversi aspetti. Tanto per cominciare Tom è un esemplare d’uomo praticamente perfetto, con muscoli tonici e ben sviluppati, e ha solo il 6% di grasso corporeo. Poi prova la soddisfazione e la sicurezza di sé tipiche di chi è molto bravo in uno sport impegnativo, mentre la maggior parte dei suoi coetanei passa il tempo davanti al televisore.

Quel giorno ho seguito Tom con gli occhi finché non ha superato Bob, un altro dei miei pazienti, che stava arrancando al ritmo di 6 chilometri l’ora. Mentre Tom lo superava, leggero come il vento di primavera, Bob, che è un manager di 43 anni ed è un padre di famiglia, sembrava praticamente immobile.

Ma guardando Bob ho ricordato come è cambiato il mio modo di considerare l’esercizio fisico negli ultimi anni. Bob fa jogging per 3 chilometri al giorno, 4 volte alla settimana, e non arriva neanche lontanamente ai tempi di Tom sul tappeto a rulli o negli altri esami di forma fisica. Inoltre il suo grasso corporeo è il 19%, e non sembra proprio un atleta o un culturista ben allenato.

Quale dei due si avvicina di più al concetto di “esercizio fisico salutare”? Negli anni ’70 la risposta sarebbe stata facile: il mio voto sarebbe andato a Tom, l’atleta ben allenato di mezza età. Oggi sceglierei Bob, soprattutto per quello che so sul danno provocato dai radicali liberi durante l’allenamento troppo intenso.

Obiettivamente mi rendevo conto che Tom stava subendo i danni da radicali liberi anche mentre lo vedevo allenarsi in quel particolare giorno. Tom aveva un ginocchio traumatizzato e dolente, una conseguenza diretta del suo sforzo eccessivo. L’allenamento coi pesi gli aveva lasciato una spalla e il torace doloranti. L’anno precedente aveva avuto una lunga serie di raffreddori e influenze. E durante l’ultimo controllo medico si era lamentato di un eccesso di stanchezza. Tutti questi sintomi e traumi sono stati associati, negli studi scientifici, all’esercizio fisico estremo e ad un possibile danno da radicali liberi.

Invece Bob non aveva dolori; non aveva un raffreddore o un’influenza da anni, e aveva tutta le sua solita energia. Qualcosa nel suo modo di vivere lo aiutava a stare in buona salute. Il segreto, come avevo scoperto, era che il suo programma di sport a bassa intensità rafforzava (o almeno non disturbava) il suo sistema di difesa corporea.

Kenneth H. Cooper