Nelle prime discese i bambini del secondo gruppo vanno diretti su alcuni grandi blocchi di gommapiuma disposti in mezzo al campo. Così cadono, ma senza farsi male. Alla fine della giornata hanno imparato a curvare, senza che nessuno gli abbia insegnato nulla. L’esperimento è stato condotto in Francia e i risultati dicono che a sciare meglio, in seguito, sono proprio i bambini che hanno imparato giocando.
Anche nel nuoto qualcuno incomincia a pensare che il gioco sia l’approccio migliore. “A spingere in questo senso è la stessa natura dell’acqua dove, più aumenti la potenza muscolare, meno veloce vai”, spiega Rossella Pisano, allenatrice della Federazione Italiana Nuoto. “In questo caso i muscoli diventano più corti e pesanti e ti rallentano. Quello che è importante aumentare non è la forza, ma l’intensità della spinta. Se non senti l’acqua, se non senti la sua densità, invece di spingerla la buchi. Allora insegno ai bambini non a nuotare, ma a diventare acquatici. Perché l’intensità della spinta è possibile solo se senti l’acqua con tutta la pelle e provi piacere”.