Riprendersi il proprio corpo
Qualsiasi epoca che abbia capito il corpo umano o abbia almeno provato il sentimento del mistero di questa organizzazione,
delle sue risorse, dei suoi limiti, delle combinazioni di energia
e di sensibilità che esso contiene, ha coltivato, venerato la Danza.
Paul Valéry
La Duncan ha incitato a non distaccarsi dal proprio corpo per ballare.
Era un grido all’unisono con quella scoperta del corpo che doveva avvenire, sfacciatamente, in vari campi della nostra vita, dalla medicina all’amore, dalla moda allo sport.

Questa riscoperta del soggetto corpo, non più solo oggetto, sarebbe stata una delle caratteristiche del nostro secolo, e l’infatuazione per la danza ne è allo stesso tempo causa e sintomo. Il balletto stesso ha capito. Non ha rinunciato ai principi dell’allenamento che fa del corpo del ballerino un corpo educato, ma ha accettato la modestia: ciò che fa un ballerino sarebbe impossibile senza la tecnica, quella tecnica che lo rende artista ma che non ha più bisogno di essere sfoggiata. Al ballerino basta ballare. E così anche quella corrente della danza, che ai tempi di Isadora Duncan si imponeva con la negazione del balletto, ha finito con l’accettare l’uso di quei mezzi: ormai si trattava solo di dare al corpo uno strumento in più, non di ridurre ogni creazione a illustrazione di una tecnica.

J. Sasportes
dal libro: La scoperta del corpo