Prima divertirsi
Perché gli aspetti tattici del gioco vanno tenuti a debita distanza fino all'adolescenza.

«Sono stato responsabile del settore giovanile del Milan per sei anni, quindi penso di conoscere l’atteggiamento italiano nei confronti dei bambini» spiega. «Vanno a queste “scuole calcio” che spuntano come funghi. Una volta ti prendevano dai dodici anni in su, adesso ci sono bambini di otto.

Nutro dei dubbi riguardo ai metodi di molte di queste scuole. A otto anni, o anche a dodici, ci si dovrebbe concentrare su due cose: divertirsi e migliorare la tecnica. Il resto può aspettare. A cosa serve cercare di lavorare sulle caratteristiche atletiche di un bambino di dieci anni se il suo corpo si sta ancora sviluppando? E a cosa serve riempirgli la testa di nozioni tattiche e moduli? In questo modo non si fa altro che soffocare la sua capacità di esprimersi.»

Gianluca Vialli