Poesia e pornografia del calcio
Perché a volte un quasi gol è più bello di un gol.
Credo che l'uso ossessivo e prolungato della moviola in voga nelle attuali trasmissioni sportive abbia qualcosa di pornografico; rispetto alla realtà del calcio, trovo quel tempo congelato e artificiale (e dunque mai esistito) osceno e falso, come un'immagine ginecologica rispetto a un bacio appassionato.

Qualche tempo fa la Fiorentina era opposta a una squadra olandese. A un certo punto il portiere dei tulipani, un marcantonio brasiliano, ribatte in tuffo a pugni chiusi un tiro teso. Il pallone giunge fuori area proprio sul tarso sapiente e delicato di Montolivo, il quale d’istinto fa un pallonetto felpatissimo che oleosamente indugia nell’aria con ampia parabola, concedendo al portiere il tempo di rialzarsi. Il pallone precipita, è ormai sotto porta quando l’estremo difensore con slancio sfibrante schiaffeggia la palla che finisce nell’intimità della traversa e cade a terra quando sta piombando anche Mutu, l’attaccante rumeno, che lealmente non gli rovina addosso ma tenta un calcio signorile e vano mentre il portiere col piede sinistro riesce a mesmerizzare la palla che gli ritorna sul grembo come un figliolo ritrovato. Allora accade un bel gesto, ancora più bello di tutta la balistica circolare partita dai pugni del portiere e ritornata tra le sue carezze: Mutu sorride, si ferma e accarezza la testa del portiere in ginocchio.

U. Galimberti