Il fuoriclasse selvatico
A cosa pensano gli atleti keniani quando corrono?
Una teoria che potrebbe spiegare la forza interiore dei keniani è che quando corrono non si spaccano il cervello analizzando tutto. Se chiedete ad un keniano che cosa gli passi per la testa durante una gara, vi dirà cose del tipo: "Mi sentivo bene, allora ho accelerato". Oppure: "Ero stanco, così mi sono fermato".

Un corridore occidentale, invece, vi descriverà i particolari di che cosa ha pensato chilometro dopo chilometro, vi dirà tutti i suoi parziali e vi spiegherà come ha cambiato tattica durante la gara.

Molti corridori keniani con cui ho parlato mi hanno detto che non mettono l’orologio al polso perché preferiscono basarsi sulle sensazioni. Per molti occidentali questo approccio sarebbe pericoloso. Per loro sarebbe come guidare senza tachimetro o senza spia della benzina.

Infatti, come ha dichiarato recentemente Canova dopo che uno dei suoi pupilli keniani ha vinto una maratona in una grande città statunitense, “per essere un fuoriclasse bisogna essere un po’ selvatici, non dei ragionieri”.

Adharanand Finn