Le due sfide
Ogni crescita umana implica due sfide: perché è importante distinguerle.
Per accettare la sconfitta bisogna credere in chi la decreta, bisogna essere certi che le gare non siano truccate, non divengano motivo di affari, ma si svolgano all'insegna dell'assoluto rispetto delle capacità e dei talenti, in qualsiasi settore si pongano.

Ecco perché la sfida non dipende solo dalla capacità del singolo o di una squadra, ma anche della società e dalla serietà di chi la rappresenta. Senza i riferimenti della legalità e della giustizia, salgono sul podio i falsi primi, e gli sconfitti non sanno accettare il verdetto poiché sanno di essere loro i veri primi, anche se non possono dimostrarlo a un’autorità che ha gestito il trucco con lo stile delle agenzie delle scommesse in mano a organizzazioni criminali.

La sfida è sempre, e prima di tutto, sfida a se stessi, dove il singolo cerca di fare di più e si impegna per raggiungere risultati di maggiore spessore. In seconda istanza diventa una sfida con la società, poiché su quelle capacità ci si confronta per occupare un ruolo adeguato e quindi fornire un contributo più significativo.

V. Andreoli
Dal libro: L’uomo di vetro