La fonte del piacere
Sentirsi capaci è una fonte innata di piacere.
C'è qualcosa d'altro di tipicamente umano che si accompagna al gioco. Non perché non sia comune anche alle altre specie animali, ma perché nell'uomo riveste la massima importanza. Il gioco locomotorio consente agli esseri umani di sperimentare un senso di efficacia e di controllo personale su di sé, sul proprio corpo, sui propri stati emotivi sull'ambiente.

Si comincia quando si muovono i primi passi come bipede, poi cercando di scendere le scale senza dare la mano a mamma, poi camminando in equilibrio su di una trave. Dopodiché si passa alla bicicletta, per scoprire la forza e le capacità che risiedono in lui in quanto essere umano. E scopre anche il piacere di svilupparle, unitamente a quello dell’autonomia.

Questo cammino di scoperta prosegue (o meglio, dovrebbe proseguire) per tutta la vita. E passa attraverso la scoperta di essere in grado di scalare montagne, di scartare avversari con un pallone tra i piedi, di scendere pendii innevati sugli sci, di nuotare per lunghe distanze, di correre per interi giorni.

La sensazione di efficacia, di sentirsi capaci, di saper crescere le proprie abilità, è una fonte innata di piacere. È presente già nei neonati, come hanno dimostrato molti studi. Questo piacere ha un valore biologico, perché stimola ad impegnarsi nel gioco. E come conseguenza produce uno sviluppo cerebrale più abile nel fronteggiare la complessità dell’ambiente in cui si vive. Il che significa, in ultima analisi, maggiori probabilità di sopravvivenza.

Pietro Trabucchi