Il cervello destro e il Tai-chi
Il flusso del tempo rallentato.
Ma nei principianti, all'inizio della loro pratica, non è esattamente così: il corpo simile a una marionetta si muove a scatti, incerto, con un equilibrio precario.
Che cosa cambia, dunque, andando avanti con la pratica?

I movimenti del Tai-chi derivano dalle arti marziali e consistono in tecniche molto concrete dal significato combattivo, leve articolari, pugni, calci; possiamo dire che un pugno consta, come nella boxe occidentale, di una fase preparatoria o di caricamento e di una in cui si sviluppa l’azione vera e propria.

Normalmente noi non diamo significato alla preparazione di una cosa ma al risultato; nel gioco del calcio ad esempio non è importante lo stile con cui viene calciata la palla quanto, invece, se si è fatto goal.

Allo stesso modo nella vita quotidiana noi valutiamo la qualità del nostro agire dall’azione conclusiva che porta al risultato. Gli studi sugli emisferi cerebrali ci dicono che il pensiero derivato dall’emisfero sx è schematico, sequenziale, veloce e che punta dritto all’obiettivo, al cuore dei problemi; il pensiero dell’emisfero dx, invece, è lento, concentrato sul momento presente e affronta i problemi partendo dalla periferia, prendendoli, per così dire, alla larga.

Ora, se applichiamo la logica dell’emisfero sx, il movimento finalizzato a ottenere un risultato consisterà di una fase preparatoria la più veloce possibile, un po’ come se, dovendo andare con l’automobile ad un

appuntamento importante, noi, col pensiero fisso a tale evento, premessimo sul pedale dell’acceleratore per arrivarci il prima possibile.

Allo stesso modo, continuando con l’analogia, dovendo andare ad un appuntamento di scarso interesse, avremmo l’occasione, andando piano, di goderci la guida e il paesaggio circostante.

Potremmo anche immaginare la preparazione come uno spazio negativo o vuoto, la “non azione” in contrapposizione all'”azione vera”.

Ora, la capacità di individuare e apprezzare gli spazi vuoti, o negativi, è una capacità dell’emisfero dx (Betty Edwards: Disegnare con la parte destra del cervello).

È intuitivo, quindi, che un movimento a partenza dall’emisfero sx sarà in due tempi e quindi a scatti mentre uno a partenza dall’emisfero dx avrà una velocità uniforme, perché si é tenuto conto anche della fase meno appariscente.

Nella mia pratica del Tai-chi la velocità uniforme ha la capacità di farmi entrare in un diverso stato di coscienza; c’è più calma, i movimenti sono più delicati e rotondi, il tempo è dilatato; ci si sente di poter guardare le cose da un altro punto di vista: quello dell’emisfero dx.

“Niente è più importante di niente” dicono i maestri Zen; ed ecco, allora, che il Tai-chi può diventare esercizio concreto, anche corporeo, di un modo più obiettivo e imparziale, senza valori predefiniti, di guardare la realtà.

G. Casola