Un concetto “vago”
Vi sono più neuroni che rivestono l’intestino
di quanti non ve ne siano lungo l’intero midollo spinale.
Il 99% di essi è davvero responsabile
delle vostre azioni, dei pensieri e delle emozioni.
Cosa fa pensare che l'intestino non debba più essere considerato il secondo cervello, ma il primo.
Esistono oggi molte prove del legame diretto tra i microbi intestinali e il cervello, tanto che diversi miei colleghi si sono messi a chiamare l’intestino il «secondo cervello». Io non sono d’accordo, non tanto sul rapporto diretto tra i due, ma sul fatto che l’intestino venga relegato in seconda posizione.

Esso, infatti, controlla addirittura il cervello che avete in testa, e che dovrebbe quindi essere considerato il cervello numero due. La flora batterica manda segnali ormonali, o sms, ai suoi fratelli mitocondri, compresi quelli del cervello. Questi messaggi viaggiano tramite «wi-fi» attraverso il flusso sanguigno e il sistema linfatico. Ma lintestino ha un altro modo, più tradizionale, di mandare messaggi al «secondo cervello» che avete in testa. Intestino e cervello comunicano attraverso il nervo vago, il nervo più lungo del sistema nervoso autonomo, equivalente al telefono fisso o al telegrafo.

Il nervo vago controlla la maggior parte delle vostre funzioni corporee autonome (inconsce), come il battito cardiaco, la respirazione, la digestione e così via. Il nervo vago passa tra lintestino e il cervello, attraversando vari organi. Quando una parte del corpo ha bisogno di comunicare con unaltra, fa una chiamata su questa linea fissa per mandare il messaggio. Per molti anni abbiamo creduto che il nervo vago servisse al cervello (quello in testa) per comunicare e dare ordini al resto del corpo, incluso lintestino. È quello che mi è stato insegnato alla facoltà di medicina, e lho creduto per molti anni.

Adesso, invece, sappiamo che accade il contrario: per ogni fibra nervosa che porta dal cervello al cuore, ai polmoni, all’intestino, vi sono nove fibre nervose che portano al cervello partendo dall’intestino. Vi sono quindi nove volte più comunicazioni che viaggiano dall’intestino al cervello che in direzione opposta.

Steven Gundry