La tristezza salutare
"Una tristezza autentica
è meglio di una felicità garrula"
Salvatore Delsè
Si sta scoprendo che anche gli stati emotivi di tristezza hanno un effetto positivo sui nostri corpi.
Un'intervista di B. Moyers a M. Kemeny, psicologa con specializzazione in immunologia e psiconeuroimmunologia, che conduce ricerche sulle relazioni tra psicologia e virus Hiv.

Moyers: Qual è lo scopo del coinvolgimento di attori professionisti nella vostra ricerca?

Kemeny: Lo studio condotto con gli attori è stato progettato per verificare se cambiamenti emotivi a breve termine, come ad esempio il sentirsi tristi o felici per una ventina di minuti, potevano in qualche modo influenzare il sistema immunitario.

Moyers: Cosa vi ha portato a usare degli attori per questi studi?

Kemeny: Gli attori, specialmente quelli preparati con metodo, sono perfetti per questo tipo di studio perché il loro mestiere è proprio quello di saper accedere a stati emotivi diversi. Ciò che fanno è usare le loro stesse memorie e sensazioni per generare stati emotivi molto intensi in modo che quando sono sulla scena, possano recitare in maniera realistica. Se prendessimo uno di noi, per esempio, e gli chiedessimo di diventare molto triste adesso, lo potrebbe fare, ma non come un attore ben preparato.

La dottoressa Futterman, che è la principale ricercatrice di questo studio, ha chiesto agli attori di improvvisare un monologo basato su una situazione standard che avrebbe evocato emozioni di tristezza o di felicità.

Quando poi gli attori entravano in quello stato, noi osservavamo i cambiamenti a livello del sistema immunitario. Per esempio, abbiamo chiesto a ogni attore di immaginare di essere stato appena rifiutato per una parte.

Così, mentre cominciava a sentire una profonda tristezza, abbiamo trovato che si verificava un aumento spontaneo nel numero di cellule killer naturali presenti nel sangue dell’attore, e che queste cellule killer naturali stavano funzionando più efficientemente di quanto non facessero quando lo stesso attore si trovava in uno stato di neutralità.

Moyers: Da ciò che dici mi sembra di capire che le cellule killer naturali siano cellule “buone”, nel senso che ci aiutano nei confronti delle malattie.

Kemeny: Sì, nel contesto del sistema immunitario, le cellule killer naturali sono importanti. Sono parte della nostra prima linea di difesa, nel senso che possono affrontare organismi estranei anche senza avere avuto alcun contatto precedente con quegli organismi. Sono infatti capaci di uccidere cellule che sono state infettate da virus, e almeno in potenza sono anche capaci di eliminare cellule tumorali.

Per cui abbiamo bisogno di queste cellule e che esse funzionino in maniera ottimale.

Moyers: Così in pratica quando un attore diventava triste, succedeva qualcosa di salutare.

Kemeny: C’era perlomeno un incremento nel numero di queste cellule e nella loro attività, che potenzialmente è salutare per l’individuo.

Moyers: Non era certo ciò che vi aspettavate, vero? Generalmente si pensa che essere tristi non faccia bene alla nostra salute. E qui invece avete trovato queste cellule killer che arrivavano preparate a fare il loro lavoro, a difenderci dalla malattia.

Kemeny: Esatto. È stato molto interessante per noi trovare questo aumento delle cellule killer in relazione a sentimenti di tristezza, e non era certo ciò che ci aspettavamo.

In realtà avevamo previsto esattamente il contrario, cioè che in relazione a sentimenti di tristezza ci sarebbe stata una diminuzione nel numero di cellule killer naturali, e probabilmente una riduzione della loro attività.

Moyers: So che avete provato anche a studiare ogni attore mentre immaginava di avere la parte e un grosso successo la sera del debutto. Cioè mentre si trovava in uno stato di grande gioia. Questo stato di gioia aveva un impatto sul suo sistema immunitario?

Kemeny: Abbiamo trovato che l’effetto di uno stato di felicità sul sistema immunitario era molto simile a quello che avevamo visto come risultato dello stato di tristezza.

Moyers: Stiamo per caso scoprendo che gli stati emotivi, anche quelli di tristezza, hanno un effetto positivo sui nostri corpi?

Kemeny: È sicuramente possibile. Perlomeno questi dati suggeriscono che quando sperimentiamo un’emozione ci possono essere effetti di questo tipo sul sistema immunitario, tra cui un aumento nel numero e nell’attività di certe cellule che circolano nel sangue. Noi abbiamo osservato solo questi due stati emotivi, ma è molto interessante che la risposta da parte del sistema immunitario sia stata la stessa in entrambi i casi.

Dal numero 1 della pubblicazione H'Q