Saltellare da un corso all'altro
Il problema intrinseco dell'illusione di migliorarsi è che nasce dalla testa.
Facevo tanti corsi per migliorare.
Adesso faccio soltanto un corso, e per tornare come prima. All'inizio.

Cosa c’è di più nobile e intrigante della voglia di migliorarsi? Perché la ricerca della felicità è troppo egoistica e banale: si cerca di migliorare per se stessi, ma inevitabilmente anche per gli altri.

Migliorarsi diventa la parola d’ordine. Con calma, si sa che ci vuole tempo e pazienza… L’approccio tradizionale (quello vincente nella nostra cultura) offre soluzioni che funzionano subito. Però non durano.

L’approccio che non separa richiede tempo, in cambio quando avvengono dei cambiamenti, sempre inaspettati, non cercati, li senti essere profondi e duraturi.

Allora diventa un viaggio interessante, oltre che utile. Uno scoprire e scoprirsi coraggiosi, quasi illuminati (lo dico con autoironia…) Si percepisce un potenziale che sembra non avere limiti. E quando hai risolto l’allergia o il dolore alle cervicali è bello e giusto reimmergersi in territori ancora inesplorati.

Sotto sotto, però, c’è un però.

La tua attitudine ad andare avanti. A migliorarti.

Un secondo aspetto, che ne discende come un corollario, è che hai un po’ paura – perché con tuo figlio non va benissimo, ma se tutto questo smuovere energie ti fa scappare in un paese esotico con una ventenne che segue Osho e poi va a finire che tuo figlio te lo dimentichi? – Perché i tuoi vecchi amici ti stanno un po’ stretti e star da soli sarà mistico e trascendentale, però… – Metti che scopri di avere una vera attitudine per allevare pecore biologiche in alta montagna e non riesci proprio a non seguirla (davvero rivoluzionario, no?) – Certo che perdere lo stipendio che arriva sempre al ventisette… per la famiglia, ovviamente.

Il problema è che sia la volontà di migliorarsi, sia averne (inevitabilmente) paura partono dalla testa.

E fanno sì che non arrivi mai a un punto fermo. Ma non solo la paura, anzi soprattutto il migliorarsi… che è un attitudine, mica una verità… e così saltelli da un terapista all’altro. Prendi tempo. Rifletti. Torni indietro. Succede a tutti.

A un certo punto ti capita di fare un po’ di seminari dove ti limiti a conoscere il tuo corpo per via esperienziale e ridi della tua (ex) voglia di migliorarti: non solo è impossibile, ma addirittura controproducente.

È come riprendere vita, sentire che vai benissimo così come sei, davvero bene… Che non c’è da andare da nessuna parte, solo da tornare indietro. Che tuo figlio, come per magia, ti abbraccia ogni tanto, così, come se l’avesse sempre fatto. Che sai dire un bel no fermo al tuo collega prevaricatore che neanche Bruce Willis… Che ti è tornata voglia di rivedere quel tuo cugino che avevi perso di vista.

E, mentre lo fai, non pensi, sperimenti semplicemente il piacere.

E inizi a capire…

Andrea Ambrogio