Questa immagine, che sembra appartenere al mondo delle idee, è invece entrata nella cronaca delle cliniche estetiche applicate all’adolescenza. E ci si accorge di nasi rifatti perché quello di cui si era dotati era arcigno e imbarazzante. Proprio il naso, posto anatomicamente «sotto gli occhi» e quindi impossibile da ignorare. Intrigante più del sedere che almeno non entra subito nello specchio, anzi ha una posizione che rende ardua la sua ispezione: tuttavia se ne sente il peso che sembra trascinare per terra.
Ma il naso è lì, in brutta vista, e rende turpi anche gli occhi che altrimenti sarebbero espressivi, e invece nessuno li nota. E allora si va a mettere a posto il naso. Ma dopo qualche mese non va più bene e si finisce per rimpiangere il vecchio, ormai buttato in una discarica dei rifacimenti del corpo, e così se ne desidera un terzo.
Lo stesso accade per i seni, troppo grossi e pesanti tanto da incurvare le spalle e dare un tono vecchieggiante, assieme a quello matronale del petto: il tutto attaccato a una ragazza di quattordici-quindici anni e allora bisogna rifarsi e, sempre, dopo un primo periodo di approvazione, non piace più e ritorna la nostalgia del «brutto» precedente.
La follia di permettere a una adolescente di porre le mani sul proprio corpo senza considerare la tendenza a rifiutare tutto di sé e la impossibilità di scegliere un modello escludendo sempre quello a cui si appartiene.