Dieta tattile
In che modo il contatto fisico nutre la persona?
Quando attiviamo un meccanismo di dieta tattile si verificano tre meccanismi nel corpo: un rilasciamento degli organi, un innalzamento del livello di serotonina che viene prodotta per il 95 per cento dall’intestino e un senso di appartenenza e unione col mondo.

Questo aumento della produzione della serotonina è un elemento chiave della dieta tattile. Anche perché depressione, attacchi di panico, ansia, bulimia e tutte le forme di depressione mascherata come l’iperattività hanno, come correlato fisiologico, proprio una carenza di questo prezioso neurotrasmettitore.

“Complimenti per il rilassamento”. Angela Unmani Malagati saluta così il mio ritorno nel mondo, dopo un’ora di Lomi Lomi, un massaggio di origine rituale che arriva dalle Hawai. Per un’ora le sue mani e le sue braccia hanno percorso tutta la superficie del mio corpo. Olio caldo di sesamo e lavanda e movimenti scivolosi a onda in tutte le direzioni. Quando mi rialzo dal lettino noto che i miei movimenti sono estremamente rallentati. Ho una sensazione di quieta e lenta beatitudine. Non capisco però i complimenti… “Non sempre è possibile per una persona ricevere così tanto nutrimento attraverso il contatto”, spiega Angela Unmani. “Molte persone non tollerano troppo contatto e allora tendono a distrarsi, parlano durante il trattamento, lo interrompono. Come se stessero vivendo un eccesso di informazioni che dalla pelle arrivano alla parte subcorticale del cervello”. La dieta tattile va dosata. È la prima sorpresa di questa esplorazione nel territorio del nutrimento attraverso il tocco. Una dieta tattile ricca è fondamentale per il benessere. Non solo perché crea rilassamento. Un contatto che nutre ha un effetto collaterale che può essere ancora più desiderabile: i livelli di serotonina salgono e diminuisce quella fame nervosa e quel senso di insoddisfazione che è alla base di molti problemi legati all’alimentazione. Ma come orientarsi per trovare i nutrienti di cui abbiamo bisogno?

E quando il contatto diventa davvero nutriente? “Un tocco che nutre è innanzitutto un contatto che va oltre il nostro confine, oltre la pelle e arriva agli organi”, spiega Jader Tolja, psicoterapeuta e ricercatore nel campo delle tecniche corporee avanzate. “La pelle deriva dallo stesso foglietto embrionale che genera il sistema nervoso, la struttura corporea che rappresenta la qualità della divisione, della separazione tra noi e il mondo. Il bambino matura il sistema nervoso nella fase in cui dice “no”, in cui si differenzia. Prima di alzarsi in piedi e avere il controllo degli sfinteri è come se fosse tutto negli organi, senza confini. Quando, attraverso una tecnica corporea avanzata come la manipolazione viscerale dell’ Osteopatia o le tecniche di hands on dell’Anatomia Esperienziale, ricontatti gli organi, ti ricolleghi anche a quella fase primaria e hai come conseguenza l’attenuazione del confine che ti separa dal mondo. Le sensazioni sono allora di appartenenza , di pienezza, di calore interno e diffuso su tutta la pelle e anche di contatto mistico con l’universo. Questo stato di grazia ha però un effetto collaterale. Una apertura di organi implica anche uno stato di bisogno, di vulnerabilità. Qualità che richiedono molta presenza per poter essere sostenibili nella cultura in cui viviamo”.

R. Denicolò
dalla rivista MarieClaire