Sono stata a respirare il suo colore rosa con sfumature bianche e striature verdi, l’armonia della sua forma… Ad un certo punto i miei occhi si sono posati sul gambo così idratato, cilindrico, paffuto e sostenuto e improvvisamente ho avuto un’intuizione. Guardando come il gambo continua fino a formare la “campana” ho notato che non c’era nessuna interruzione e che anche il verde del gambo proseguiva fino alla punta del calice con una continuità che mi ha fatto capire il concetto del continuum del tessuto connettivo, che ha la funzione di collegare, o appunto connettere…
Mi ricordavo una spiegazione durante un seminario di anatomia esperienziale a proposito dei tessuti e della inesattezza delle tavole anatomiche quando si pretende di distinguere l’inserzione del muscolo in un punto esatto dell’osso… Guardavo la calla… e facevo esperienza di come il mio piede è connesso alla testa o la mano é connessa al bacino e al piede, e un sorriso mi riportava indietro nel tempo quando giocando nella natura scoprivo le leggi e il collegamento fra le cose, fra gli esseri viventi…
Col passare dei giorni mi sono accorta che lentamente questo “senso di connessione” non si limitava al rapporto con la calla, ma anche con tutto il resto, e che questo dava un altro senso alla mia presenza.