Arrendersi alla verità
Cosa ci succede a livello fisico quando ci arrendiamo ad essa?

Un po’ di sere fa, prima di cena, ho trovato mio figlio (2 anni e mezzo) seduto per terra in soggiorno, con un libro in mano, che faceva finta di leggerlo e raccontava una favola mettendo insieme pezzi di altre favole, ricordi di cose dette da me e mia moglie, o da suo nonno. Ovviamente era serissimo e non staccava mai gli occhi dal libro. Esattamente come se leggesse. Io e mia moglie ci siamo scambiati un’occhiata, trattenendo a stento una tenera risata. Poi sono corso a prendere il telefonino ed ho iniziato a riprenderlo. Ho fatto due minuti di video, che abbiamo rivisto tutti insieme, subito dopo, con mio figlio che se la rideva sotto i baffi.

Vi saranno capitate tante situazioni simili, con o senza figli. Magari una foto fatta ad un tramonto, ad un falco in montagna che volteggiava, ad una situazione simpatica con amici, ad un concerto.

Poi oggi pomeriggio m’è venuto in mente quel video e l’ho scaricato sul PC, per mandarlo a mia sorella e ad un’amica. Purtroppo pero’ l’audio, sul video scaricato sul PC, non si sentiva. Non che io sia un drago sul PC, ma mi stavo arrabbiando ed ho iniziato a fare andare avanti e indietro il video, per capire se fosse solo un problema in qualche punto.

In questo modo mi sono ritrovato a rivedere quelle immagini senza sonoro. Vedevo solo il suo corpicino muoversi, le espressioni del suo volto, la postura, l’attenzione seria alla “recita” che stava mettendo in atto, lo sguardo furbetto, le gambe incrociate come i grandi.

In quel momento è sparito tutto. Non pensavo al sonoro che non sentivo, al mandarlo o meno a qualche persona, a quanto era stato simpatico mio figlio, al fatto che avrei dovuto rifarlo. Mi era, in un certo senso, sparito anche il mondo attorno. La mia attenzione era risucchiata da quel bimbo che si muoveva nel video.

Mi sono accorto che tutte le cose che mi ero pensato e avevo fatto mentre lui “leggeva” la fiaba mi avevano fatto perdere un qualcosa di piu’ profondo che stava succedendo. Mi sono commosso a vedere quelle gambe incrociate. Mi sono stupito a vedere un certo modo di muovere la bocca. Di reclinare la testa. Di come metteva tutto il corpo per convincersi e convincerci che stava leggendo. E più entravo in quel video e più quel video mi restituiva godimento, più lo osservavo e più stavo bene, più mi ci perdevo dentro e più sentivo una roba che si potrebbe definire amore.

Ero di fronte ad una cosa e ho reagito (bene), ma secondo qualcosa di “imparato” e ho preso il telefono e ho fatto il video, pensando a quando l’avrei rivisto e a chi mandarlo, etc.

Dopo, senza dare importanza alla cosa, ci sono sprofondato dentro. E quando sprofondi dentro ad una cosa succede un piccolo miracolo: ne cogli l’essenza, la profondità. Ne cogli la verità.

E la verità (non importa se bella o brutta, proprio non importa) è impareggiabile. Non per quello che vedi, ma per quello che ti fa. Tu ti arrendi a lei e lei ti riempe di caldo, di spazio, di vitalità, di brividi, di amore, di tenerezza, di comprensione e lucidità.

Questa è proprio una delle cose che mi succedono quando mi calo nel mio corpo a livello esperienziale.

Andrea Ambrogio