Rispediti nell'adolescenza
La moda dell'uso di testosterone nella seconda etá è soprattutto un viaggio nel tempo.
Intere schiere di adulti si ritrovano deportate nell’adolescenza.

«Appena ho iniziato a prendere il testosterone mi è scoppiata una voglia insaziabile di fare sesso. Una sensazione che non avevo mai provato: ogni minuto, ogni ora del giorno il mio corpo mi chiedeva sempre ossessivamente la stessa cosa. Ero sempre, sempre eccitata».

Me lo ha raccontato una donna, una ragazza di vent’anni in terapia ormonale, in transito verso il genere sessuale che riteneva giusto per sé, e che non era quello che le aveva assegnato la natura. La reazione in questione, l’irrompere cieco e torrenziale della smania di cui parlava quella ragazza, è la reazione che prova un corpo, un corpo di qualsiasi genere, quando riceve di colpo una dose di testosterone dall’esterno, che si somma a quella da quel corpo normalmente prodotta.

Superata da tempo l’età nella quale produce più testosterone di quanto possa smaltirne senza diventare molesto, il maschio “adulto”, anziché passare alla fase B, quella nella quale il sesso lo si fa perché è divertente e non perché sennò scoppi, chiede di farsi gonfiare di nuovo di testosterone.

Col risultato di tornare di colpo alla fase A, quella del ragazzino molesto.

E. Stancanelli
Da La Repubblica