Chi lava i panni sporchi?
Gli spot dei detersivi sono da sempre segno dei tempi.
L'ultimo è quello con la platea di massaie, che risponde in coro a un imbonitore dall'accento emiliano, il quale molto compiaciuto commenta urlando ogni volta: "Esattooo!".

Le massaie e l’imbonitore discettano di umori e macchie, stabiliscono che la più temuta è quella di sudore, dialogano in un’atmosfera eccitata, tipo rito protestante ad Harlem o congresso di partito minore.

Ovviamente, l’astuto venditore è maschio. Le massaie sono tutte, ma proprio tutte, donne. Vent’anni dopo il Lui che voleva lavare i piatti se c’era Nelsen, siamo tornati all’uomo in ufficio e alle donne in cucina, o in lavanderia.

Ma come è possibile che spregiudicati pubblicitari e astuti creativi diano per scontato non solo che i panni li lava lei, ma soprattutto che lei sia contenta di lavarli? Che le donne non trovino nulla di ripetitivo, di vecchio, di arcaico in tutto questo? Shirin Ebadi sostiene giustamente che sono le madri a insegnare e tramandare il maschilismo. Sono le donne a dare il ritmo e il tempo alla trasmissione del sapere, a imprimere il tono a un paese, a formarlo alla conservazione o al progresso.

L’Italia resta il paese più conservatore dell’Occidente, forse anche perché rassegnato al fatto che i piatti e i panni sporchi, alla fine li lava sempre lei, magari canticchiando.

A. Cazzullo
dal Corriere della Sera