Il significato della fame, il messaggio che ne viene, è totalmente ignorato. Quando, invece, proprio l’anoressia mostra inequivocabilmente che il corpo segnala la verità della persona malata.
Molti anoressici pensano: “Devo amare e onorare i genitori, devo perdonarli, comprenderli, nutrire sentimenti positivi nei loro confronti, devo imparare a dimenticare. Devo questo e quello, ma soprattutto in nessun caso devo mostrare la mia sofferenza”.
Tuttavia mi domando: chi posso essere ancora io nel momento in cui cerco di cancellare i miei sentimenti e non mi autorizzo più a conoscere ciò che provo, percepisco, desidero, chiedo e, soprattutto, i motivi dei miei sentimenti? Sono capace di grandi prestazioni nel lavoro, nello sport, nella vita quotidiana. Ma quando voglio costringermi a provare certi sentimenti (con o senza l’aiuto di alcol, droghe o farmaci), presto o tardi dovrò fare i conti con le conseguenze dell’autoinganno. Mi ridurrò a una maschera e non saprò più chi sono veramente. Poiché la fonte di quella conoscenza è nei miei veri sentimenti, che sono in sintonia con le mie esperienze. E il custode delle esperienze è il corpo.