I maschi dolci
Il fenomeno dei 'maschi dolci' ha risolto un problema. Ora però ne rimane un altro.
Una intervista di Keith Thompson a Robert Bly.

T.: Cosa sta succedendo agli uomini oggigiorno?

B.: Nessuno lo sa! Sul piano storico la situazione è notevolmente mutata nel corso degli ultimi trent’anni. Un tempo esisteva quello che potremmo definire il tipico maschio anni cinquanta, e si trattava di un duro lavoratore, responsabile e notevolmente disciplinato, un tipo che non era in grado di vedere granché bene l’anima delle donne, nonostante non levasse loro gli occhi di dosso per la maggior parte del tempo. Il maschio anni ’50 era vulnerabile nei confronti dell’opinione della collettività: ci si aspettava che un uomo amasse le partite di football, che fosse aggressivo, pronto a difendere il suo Paese, che non versasse mai una lacrima e che fosse sempre in grado di mantenere la famiglia. Tuttavia questa immagine virile era priva di qualsiasi connotazione femminile. Era priva di qualsiasi senso di flusso, oltre che di pietà, simpatia e compassione.

Il maschio anni ’50 aveva le idee chiare riguardo a come doveva essere un uomo, ma la sua visione era zeppa di errori grossolani e di enormi incongruenze. E poi, durante gli anni ’60, è comparso un nuovo tipo maschile. La tragica devastazione e l’angoscia della guerra del Vietnam costrinse gli uomini a chiedersi che cosa sia in realtà un maschio adulto. Inoltre il movimento femminista incoraggiò gli uomini ad aprire gli occhi sulla realtà femminile, costringendoli a prendere coscienza di aspetti che il maschio anni ’50 tendeva ad ignorare. Non appena gli uomini cominciarono ad osservare le donne e a rendersi conto del loro mondo e dei loro problemi, alcuni fra di loro cominciarono a percepire l’esistenza del proprio lato femminile, e cominciarono a dedicargli una certa attenzione. Questo processo è tuttora in atto, e penso che la maggior parte dei giovani di sesso maschile vi sia coinvolta in misura più o meno elevata.

In tutto questo c’è qualcosa di meraviglioso: il passo in avanti con cui il maschio ha riportato alla luce la propria coscienza femminile è molto importante; e tuttavia ho la sensazione che ci sia qualcosa di sbagliato. Nel corso degli ultimi decenni il maschio è divenuto più gentile e riflessivo, ma non maggiormente libero. E’ diventato un bravo e simpatico ragazzo che ora sa come far piacere non solo alla mamma, ma anche alla ragazza con cui vive.

Attualmente vedo in tutto il Paese svilupparsi il fenomeno che io definisco “maschio dolce”. Talora, quando osservo il mio pubblico, una buona metà dei giovani maschi sembra presentare le caratteristiche del “maschio dolce”. Si tratta di persone amabili e valide, e mi piacciono: non vogliono danneggiare la terra, ne scatenare guerre, ne lavorare per una multinazionale. Complessivamente è presente un elemento favorevole alla vita nel loro atteggiamento, pensiero e stile di vita e tuttavia c’è qualcosa di sbagliato. Molti di questi uomini sono infelici. Non c’è molta energia in loro. Essi tendono a salvare la vita, ma non a darla… Inoltre, per quale motivo spesso vediamo questi uomini in compagnia di donne che sprizzano letteralmente energia?

Abbiamo qui un giovane uomo, dotato di elevate capacità e di una coscienza ecologica superiore rispetto al padre, sensibile nei confronti dell’intera armonia universale, che però non ha energia da offrire!

T.: Sembra che molti di questi giovani “uomini dolci” abbiano in qualche modo equiparato la loro naturale energia virile ad un comportamento da “macho”. Anche quando l’energia maschile sarebbe indiscutibilmente apportatrice di vita, produttiva ed utile alla comunità, numerosi giovani se ne distaccano e rinunciano ad essa. Forse questo avviene perché negli anni ’60. quando cercavamo nel movimento femminile una guida che ci indicasse in che modo comportarci, il messaggio che ricevemmo diceva che le donne volevano “uomini dolci”.

B.: Sono d’accordo. E’ esattamente la sensazione che io provai all’epoca! Le donne hanno avuto un ruolo attivo in questo fenomeno. Ricordo un adesivo per paraurti con la scritta “le donne dicono di sì agli uomini che dicono di no”. Sappiamo bene che fu necessario molto coraggio per rifiutare di arruolarsi o per fuggire in Canada, esattamente quanto, d’altra parte, ne occorse per andare in Vietnam. Ma le donne facevano chiaramente capire che preferivano l’uomo più dolce e ricettivo, e che l’avrebbero ricompensato per questa sua natura: “Dormiremo con tè se non sarai troppo aggressivo e macho”. Ecco che allora lo sviluppo maschile fu parzialmente alterato da questo elemento di disturbo: una mascolinità non ricettiva veniva equiparata alla violenza, mentre la ricettività veniva premiata. Inoltre, come hai accennato in precedenza, alcune donne molto ricche di energia scelsero uomini dolci come amanti e, in un certo senso, come figli. Queste trasformazioni non furono frutto del caso. Per varie ragioni i giovani dell’ultima generazione desideravano donne più dure, e le donne cominciarono a desiderare uomini più dolci. Sembra un sistema eccellente, ma in realtà non funziona.

T.: Come mai non funziona?

B.: Recentemente ho tenuto un corso per soli uomini presso la comunità Lama nel Nuovo Messico. Vi hanno preso parte circa quaranta uomini e siamo rimasti insieme per dieci giorni. Ogni mattina ho parlato di alcune fiabe correlate al problema della crescita maschile e degli dei dell’antica Grecia che impersonificavano i diversi tipi di energia maschile esistenti in base al pensiero greco. Abbiamo trascorso i pomeriggi riposando o passeggiando o facendo del lavoro corporeo o della danza, e alla sera ci riunivamo nuovamente. Spesso i giovani cominciavano a parlare per poi scoppiare in lacrime cinque minuti dopo. In loro era presente una quantità sconvolgente di dolore e di angoscia! Il fiume era molto profondo.

Il dolore era dovuto in parte a una forma di lontananza dai loro padri, che essi avvertivano acutamente, ma derivava anche dai loro matrimoni o dalle loro relazioni sentimentali. Essi avevano imparato ad essere recettivi, ma questo non bastava a sostenere i loro matrimoni. In ogni relazione periodicamente occorre un elemento di aggressività: sia l’uomo che la donna ne hanno bisogno. Ma, nel momento in cui si manifestava tale necessità, il giovane non era in grado di soddisfarla. Egli era certamente in grado di coltivare la relazione, ma sia questa che la sua stessa esistenza richiedevano qualcos’altro. Il maschio era in grado di dire: “Sono in grado di percepire il tuo dolore, e considero la tua vita importante quanto la mia, e avrò cura di tè, e saprò offrirti aiuto e conforto”. Tuttavia non sapeva nè dire cosa lui stesso volesse, nè procurarselo. Questo era un problema differente.