Distinguere l'amore dall'ossessività
"La paura che nessuno ci possa proteggere o il sospetto di essere abbandonati e rifiutati sono gli incubi dell'infanzia,
ma anche i fantasmi della maturità".
Aldo Carotenuto
Saper distinguere tra l'amore che nasce dal corpo e la gelosia che nasce da una ossessione della mente.
Nella gelosia risuona l’eco di vissuti abbandonici sperimentati nell’infanzia e, rivivendoli in modo infantile, perché il bambino di un tempo è ancora vivo in noi, vogliamo “uccidere” chi ci ha privato dell’esclusività del nostro amore, o a questa esclusività si è sottratto.

Al sentimento di esclusività è connesso il desiderio di essere unici, oggetto di una scelta esclusiva che l’eventualità di un tradimento smentisce. Ciò indebolisce la stima in se stessi e la fiducia di essere degni d’amore. Questi vissuti riattivano le sensazioni abbandoniche sperimentate nell’infanzia e, in questa regressione, il circolo si chiude, alimentando senza via d’uscita, la disistima di sé.

Se è vero che la gelosia proviene dalla parte più arcaica del nostro cervello, se non addirittura dalla nostra parentela animale, come farebbero pensare i combattimenti fra i galli, le zuffe fra i gatti, i duelli dei cervi sulla montagna, allora dalla gelosia non ci si difende ritenendosi immuni e quindi negandola, ma, come scrive Willy Pasini, “civilizzandola” separando progressivamente l’amore dalla ossessività.

U. Galimberti
Dal libro Le cose dell’amore