Danza sacra, danza profana: il solista solo di fronte all’ignoto metafisico, il gruppo unito nella sua funzione sociale. L’origine e la realtà di ogni danza vanno ricercate in queste due forme essenziali.
Danza sacra: l’uomo è solo di fronte all’Incomprensibile: angoscia, paura, attrattiva, mistero. Le parole non servono a niente. Per quale motivo chiamare ciò Dio, Assoluto, Natura, Caso? Quello che occorre è entrare in contatto. Ciò che l’uomo cerca al di là della comprensione è la comunicazione. La danza nasce da questo bisogno di dire l’indicibile, di conoscere l’ignoto, di essere in rapporto con l’altro.
Danza profana: l’uomo è membro di un determinato gruppo etnico, sociale, culturale. Ha bisogno di sentire che fa totalmente parte di questo gruppo: di essere in rapporto con gli altri. Più delle leggi, dei costumi, dei vestiti, del linguaggio è il gesto che dà origine a questa unione. Le mani si congiungono, il ritmo unisce i respiri, nasce la danza folcloristica, con il suo leitmotiv universale: il girotondo, la farandola…