Come stai?
Una domanda meno banale di quanto si pensi.
C’era un nostro formatore straniero che se sentiva un professionista chiedere: “Come stai?” ad un cliente, saltava sulla sedia.

Per lui era equivalente a chiedere: Perché?”. Per lui erano due domande tabù, sosteneva che chiedere ad un paziente: Come stai?” significava spingerlo nellegotismo (atteggiamento psicologico che consiste nel culto di sé e nel compiacimento della propria persona e delle proprie qualità. Ndr).

Unalternativa meno dannosa per chiedere la stessa cosa è: Cosa senti?”. In pratica, si porta sempre il cliente su un piano egotico, spingendolo però a concentrarsi sulle sensazioni. Chiedere: Come stai?” lo porta a emettere un giudizio finale prima ancora di cominciare, come se tutto il passaggio fosse già compiuto: è stato in contatto con le sue sensazioni e le ha giudicate, punto. Lo si spinge in pieno nellegotismo.

Mariano Pizzimenti