Un lessico che fuorvia
Tutto il lessico relativo alla salute nasce da una interpretazione iniziale errata del suo funzionamento.
La parola latina immunis significa “esente da prestazioni, accordi, incombenze”.
Un “sistema immunitario” suggerisce che siamo “liberi da” qualcosa, nello specifico da batteri. Si pensava al corpo umano come a qualcosa di quasi sterile, come a un insieme di cellule corporee, e per preservare questa libertà, i batteri, abbondanti nell’ambiente, dovevano essere accuratamente eliminati non appena entravano in contatto con il corpo.
Poiché nell’ambito della ricerca è stata concretamente accolta questa immagine dell’uomo e del mondo basata su tale supposizione, sulla base di essa venivano anche interpretati ovviamente tutti i risultati della ricerca. Il vocabolario per indicare le nuove scoperte nell’ambito del sistema immunitario fu scelto dunque dal campo lessicale della battaglia e in questo modo il concetto è andato sempre più rafforzandosi.
Si sperava di poter chiarire in seguito alcune smagliature. Questa spiegazione arriva adesso, anche se in maniera completamente diversa da quello che ci si aspettava. Attraverso il riconoscimento che il sistema immunitario è in grado di nascere proprio grazie ad essi, che può continuare a svilupparsi per tutta la vita solo grazie ai batteri, e sapendo che batteri e caratteristiche immunitarie vengono trasmessi di generazione in generazione, si rimane stupefatti davanti a questa constatazione: non esiste alcun sistema di attacco e difesa e i clamori di guerra erano del tutto fuori luogo, poiché il sistema immunitario è un organo cellulare impegnato in maniera incredibilmente complessa in un dialogo con i microrganismi.
È una struttura reticolare che potremmo definire come un sistema di informazione o comunicazione. Nel mondo industrializzato proprio questo dialogo tra essere umano e ambiente è sempre più in pericolo e, nella maggior parte delle persone, alterato. Tutto ciò pregiudica enormemente quell’apparente alta qualità della vita raggiunta con tante difficoltà e trasforma tutti in principi e principesse all’interno di una gabbia dorata, o meglio “plastificata”, di un mondo nuovo e bello. Ma c’è una buona notizia: non dobbiamo rimanere chiusi nella gabbia.”
Anne Katharina Zschocke