Un contadino principesco
Se tutti fossero come lui, il servilismo e la soggezione sociale sarebbero cancellati dalla faccia della Terra.

Passasse da queste parti la regina d’Inghilterra, con codazzo di dignitari e guardie del corpo, Severino, affacciandosi dal suo trattore, le direbbe: “Maestà, che diavolo ci fa, qui a Roccapane? Mi dispiace non avere abbastanza sedie anche per i suoi amici, ma se vuole ho del minestrone sul fuoco, a casa mia, e un salame che sveglia i morti”. Più o meno così, direbbe Severino alla regina d’Inghilterra. 

E la regina, dopo avere attentamente ascoltato l’interprete – un po’ in difficoltà con la traduzione di “salame che sveglia i morti” –, sarebbe molto dispiaciuta di dovere rifiutare, per via del protocollo. Ma dall’atteggiamento di Severino, dalla cordialità paritaria con la quale si sporge dal trattore, dall’ammirevole disinvoltura, la regina capirebbe subito, come è capitato a me, che Severino è la persona più simile a un principe che possa capitare di incontrare, in giro per il mondo.

Michele Serra
Da Le cose che bruciano