Solo metà dell’alfabeto
Perché si può essere sedentari pur facendo sport.
Possibile, con tutto lo sport che fanno, che i nostri figli siano sedentari?

“Alla base di tutto c’è la sedentarietà della vita contemporanea, di cui la tecnologia è una componente importante ma non la sola». A parlare è Davide Pisoni, preparatore atletico e rieducatore nel training neuromotorio presso il centro di recupero Isokinetic di Milano. «Muoversi poco (meno di un’ora al giorno) porta all’indebolimento di alcuni muscoli, come il “core” addominale, i glutei e i dorsali. Che però sono fondamentali per avere il controllo sull’equilibrio quando il corpo è in movimento o stazionario».

«Quando l’equilibrio manca», continua Pisoni, «si instaura un meccanismo di compenso. Il corpo cerca di trovarne uno nuovo che risponda anche alle necessità dell’economia e del comfort. Cioè che avvenga con il minor sforzo e la maggiore comodità possibili. Ma questo “compenso” non è la situazione ottimale. Cioè quella di tenere il baricentro tra i piedi, facendolo passare dentro il nostro corpo. Attivando quindi il “core”, il piatto addominale. Una volta “appresa” una posizione sbagliata, è difficile cambiarla».

Ma come?

Ma come, impieghiamo ore a traghettare i figli (adolescenti e non) alle attività sportive, e sono sedentari? «Un tempo i ragazzini erano sempre all’aria aperta. Imparavano le basi del movimento (saltare, correre, strisciare, rotolarsi, cadere) in modo naturale, con i loro tempi. Oggi invece stanno in casa (gli adolescenti spesso davanti agli schermi). E il movimento è limitato allo sport, cioè ad attività organizzate che impiegano, nei casi più felici, un’ora, tre volte alla settimana. Ma il minimo, per l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è un’ora al giorno. E le attività sportive sono sempre più specifiche, perché l’altra ossessione contemporanea è la competitività. Così anche chi è allenatissimo, lo è sui movimenti relativi allo sport che pratica, ed è digiuno a livello di attività motoria globale. È come se, volendo parlare, ci avessero insegnato alla perfezione solo metà dell’alfabeto».

I nostri figli non sanno muoversi nello spazio

«Verissimo», conferma Lorena Brusamento, campionessa italiana di corsa sulle 24 ore e insegnante di educazione motoria e postura alle primarie. «Nella maggior parte dei casi i ragazzini non sono in grado di coordinare i movimenti più semplici. Come saltare da fermi aprendo le gambe, o coordinare l’atterraggio su un piede solo all’interno di un cerchio. E per come sono organizzate le ore di educazione fisica, gli insegnanti non hanno il tempo per insegnare loro le basi».

Laura Traldi
Da: D Donna