Un albero non è una foresta, non è in grado di generare un clima locale equilibrato, ed è in totale balia del vento e delle condizioni atmosferiche. Insieme, invece, molti alberi creano un ecosistema che mitiga gli eccessi di calore e di freddo, immagazzina un mucchio di acqua e produce aria molto umida. In un ambiente del genere gli alberi possono vivere al sicuro e diventare vecchissimi. Per ottenere questo risultato, la comunità dev’essere conservata a qualsiasi prezzo. Se tutti gli esemplari si occupassero solo di se stessi, molti di loro non raggiungerebbero la vecchiaia.
Continui decessi comporterebbero grossi buchi nella canopia, permettendo alle tempeste di penetrare più facilmente e far cadere altri tronchi. La calura estiva si spingerebbe fino al suolo boschivo e lo renderebbe arido. Tutti gli elementi del bosco ne soffrirebbero. Ogni albero è quindi prezioso per la comunità e merita di essere tenuto in vita il più a lungo possibile. Per questo perfino gli esemplari malati ricevono aiuto e nutrimento fino a quando le loro condizioni non migliorano.
La volta dopo la situazione potrebbe ribaltarsi, e l’albero che ha fornito sostegno potrebbe aver bisogno di aiuto. I grossi faggi grigio-argento che si comportano in questo modo mi ricordano un branco di elefanti. Anche il branco si prende cura dei suoi membri, aiuta quelli malati e deboli a rimettersi in piedi, e lascia malvolentieri indietro perfino gli elementi morti.