Eliminare il brusìo
Sono rimasto per qualche ora senza connessione internet
e ho conosciuto delle persone stupende qua a casa.
Dicono di essere la mia famiglia.
La differenza tra stare soli e stare con se stessi.
Il mio primo telefonino cellulare: un Nokia indistruttibile comprato in India nel 2008, mi avevano convinto a farlo per comunicare più facilmente. All’inizio me ne vergognavo, scrivevo furtivamente qualche messaggio e telefonavo senza farmi vedere, almeno dai miei figli.

Lo usavo soltanto nei viaggi o se ero lontano dalla famiglia. A poco a poco quel “dai ci sentiamo”, “scrivimi l’indirizzo”, “mandami un messaggio quando sei pronta” si è infiltrato nelle mie abitudini. Il cellulare mi segue quasi ovunque. Non mi sento ancora dipendente, ma mi sorprendo a guardarlo quando il semaforo è rosso, o a parlare al microfono camminando per strada.

In questi giorni ho esaurito internet e ho scoperto la meraviglia di tornare alla quiete, al vuoto. Anche se spesso non tengo il telefonino vicino a me, e parecchie ore al giorno è in modalità aerea, non essere connessi a internet è un’altra cosa.

Con il telefonino non sono mai completamente sola, c’è una connessione, non importa se i contenuti di questa connessione siano spesso poveri e poco stimolanti. C’è un brusìo che riempie il vuoto, che “tiene compagnia”. In questi giorni avverto quanto stancante sia questo riempimento e come distragga dal proprio spazio interiore.

Sento il valore del filo di comunicazione sottile che c’è tra le persone che sono in relazione reale con me, anche se non ci sentiamo, e della profondità dell’incontro cercato e trovato, a voce, corpo a corpo, il valore della parola piena di silenzio. A me piace stare con me, senza brusìo, e da quello spazio al centro di me stessa incontrare l’altro.

Ho deciso, dedicherò un piccolo tempo, ben definito, ogni giorno al telefono, e lo terrò in un posto fisso. A volte la libertà è facile da raggiungere.

Patrizia Belardi