Quando i greci crearono l’ideale eroico, non scelsero una parola che significava “muori nell’intento” o “massacra i cattivi”, bensì la parola ἥρως (ovvero eroe), “protettore”. Gli eroi non sono perfetti; con una divinità e un mortale come genitori, sono sempre in bilico fra due destini. Quello che li porta alla grandezza è un amico, un essere umano che li aiuta ad aprire il rubinetto della compassione. L’empatia, come credevano i greci, era fonte di forza, non di dolcezza. Più ti riconoscevi nell’altro e ti avvicinavi alla sua sofferenza, più potevi trarne resistenza, saggezza, astuzia e determinazione.