5 anni in 1
Perchè ora sembra tutto così vecchio.
Con la faccia di gente uscita dalle cantine dopo il tornado, ci siamo messi a riaprire un po’ tutto. Lo facciamo lentamente, imponendoci regole commoventi, come quelli che contano gli scalini quando tornano a casa dopo l’infarto. Noi adesso torniamo a casa alle 23 invece che alle 22.

Personalmente, è un po’ che sto a guardare, ma senza veramente riuscire a partecipare alle cose. Non so, c’è qualcosa che non mi torna. A differenza di molti altri, trovo che lidea di ricominciare da dove ceravamo interrotti non sia affatto così attraente; spesso mi sembra, semplicemente, impraticabile; talvolta, scema. È successo qualcosa, nel frattempo, e se dovessi dire perché me ne accorgo, non saprei farlo altrimenti che registrando una sensazione che non mi molla più: sembra tutto così vecchio. Tutto quello che ricominciamo sembra vecchio, è meno di quello che istintivamente mi aspetto, è in ritardo sui miei desideri.

Per quanto potesse sembrare assurdo, le cose non sembravano vecchie: lo erano, cavoli. Ma di anni. Di tanti anni. Era passato un sacco di tempo, in un attimo, e adesso era tutto tremendamente invecchiato.

Non so perché, e non mi interessa saperlo, ma, credetemi, sono passati cinque anni in uno. Come in un racconto di Philip K. Dick, s’è formata una crepa temporale e lì dentro abbiamo vissuto cinque anni in uno. Dunque, vorrei avvertirvi, siamo nel 2025. Se detta così suona come una boiata, la formulo in modo più razionale. Provate a fare questo ragionamento: se non ci fosse stata alcuna pandemia, e fossimo semplicemente andati avanti per la nostra strada, come più o meno pensavamo di fare, dove saremmo arrivati nel 2025? Ho la risposta: nel punto in cui siete adesso.

Servono esempi? Provo. Se tutto fosse andato normalmente, nel 2025 saremo arrivati a usare i device digitali quanto li usiamo adesso. Molti sarebbero arrivati allo smartworking, avremmo fatto la spesa on line, saremmo finiti a fare lezione di spagnolo con WhatsApp e a fare palestra stando davanti a uno schermo in casa. Molti di noi, in cinque anni di ragionamenti e serate difficili da interpretare, sarebbero tornati dalla moglie/marito, o sarebbero andati a vivere con un uomo/donna: è dove sono adesso.

Molti anziani sarebbero, com’è inevitabile, mancati: lavrebbero fatto in cinque anni, e non in un anno solo. Saremmo tutti cinque anni più vecchi, o maturi, o grandi, o cresciuti, o vivi o morti. Saremmo nel 2025, e saremmo dove siamo adesso.

Ho capito che la cosa è ulteriormente incasinata da un dettaglio non da poco: lincantesimo non ha funzionato perfettamente, per cui ci sono dei pezzi di mondo che sono rimasti fuori dall’accelerazione.

Sarò sintetico: siamo finiti, in un anno, nel 2025, e purtroppo labbiamo fatto in modo disordinato e caotico, lasciandoci dei pezzi indietro. Dunque c’è una specie di linea temporale da ricomporre, allineandola più presto possibile al 2025: chi ci riesce per primo, vince. Chi non vede il problema è destinato alla scomparsa. Chi lo vede e sa gestirlo erediterà la Terra.

Alessandro Baricco