Tacchi, dadi e datteri
"Se si vuole capire la vera forza di una persona,
non è alla sua testa che occorre guardare,
ma ai i suoi piedi"
j. tolja
La relazione c’è tra i tacchi e le regole del Marketing.
Nelleke Don è una consulente aziendale olandese che basa il suo intervento sulla Somatica, un approccio cresciuto negli ultimi vent’anni e che studia in modo concreto le interazioni tra i valori culturali e la postura, il movimento, le emozioni. All’interno di questo paradigma è molto significativo indagare la relazione che si instaura anche tra il tipo di scarpe indossate e la psicologia, la percezione di sé.

“In uno dei miei ultimi lavoro di consulenza per un marketing forum ad Amsterdam è arrivata una signora molto elegante che indossava un paio di scarpe con i tacchi molto alti. Il tema del forum era sul rapporto tra corpo e lavoro. Questa signora sembrava molto stanca, come svuotata. Ha cominciato a parlare di come tutte le responsabilità di cui era investita le gravavano sulle spalle e della fatica a sostenere tutto quel peso. Mentre parlava notavo le sue spalle larghe. Sembravano appese, tutte tirate in su. L’ho invitata allora a rilassarsi, a respirare e lei a un certo punto si è tolta le scarpe.

I suoi piedi hanno attirato subito la mia attenzione: si sono appoggiati al pavimento in un modo molto strano, sembravano accartocciati, distorti. Ci siamo scambiate uno sguardo significativo e poi lei ha detto: sì, mi fanno molto male… è per via di queste scarpe che sono costretta a portare tutto il giorno. E dopo una pausa ha sentito il bisogno di spiegare qualcosa che per me non era così ovvia: per una donna del marketing, che ha un ruolo di dirigente, i tacchi alti sono d’obbligo, altrimenti non viene presa sul serio. Ho avuto allora una sensazione di estrema fragilità, di una mancanza di stabilità come di chi è costretto a camminare sempre sulle punte. Con una base d’appoggio così piccola anche le responsabilità diventano più pesanti. Ho pensato allora che l’idea migliore per andare avanti nella seduta era darle la possibilità di sentire cosa cambiava allargando questa base d’appoggio. E dopo una serie di esercizi di rilassamento per i piedi l’ho invitata a camminare scalza.

Può essere interessante per una persona abituata a vivere a diversi centimetri da terra, sentire cosa cambia quando atterra, e quando attraverso esercizi e massaggi incomincia a sciogliere il piede. Può essere interessante introdurre una nuova opzione in modo che la persona abbia la possibilità di scegliere secondo i suoi tempi e l’immagine che ha di sé. Una delle cose che si notano in terapia corporea è che più una persona incomincia a percepire il suo corpo, a sentire gli organi e il respiro, tanto meno è disposta a imbrigliare il piede in scarpe alte e strette. Viene naturalmente la voglia di camminare scalzi, di risentire i piedi.”

Nelleke Don