Isadora Duncan libera il corpo, materialmente, dalle stecche di balena, dai tutù, dalle scarpette con le punte di gesso, dai diademi e dai falpalà. Perché il corpo sia un mezzo di espressione deve essere liberato da tutto ciò che lo comprime. Il nudo è quanto vi è di più nobile nell’arte, pensava Isadora Duncan. Per concessione, appariva vestita di una leggera mussola; lo scandalo era grande a Vienna e a Bayreuth.
Questo corpo rivitalizzato, animato, espressivo, non è un oggetto, ma un fulcro di energia. Creando questo scandalo di danzare per la prima volta a piedi nudi, introduceva una novità di cui la danza moderna mostrerà tutta la fecondità: i piedi, invece di essere come nel balletto classico il punto in cui si sfugge al suolo, alla forza di gravità, alla realtà diventano al contrario il punto di contatto essenziale con la terra carica di vita.