Per esempio è relativamente lontano ed estraneo alla forma della moda tutto ciò che può essere definito “classico”, anche se qualche volta non riesce a sottrarsi ad essa. Poiché l’essenza del classico è una concentrazione del fenomeno intorno a un punto fisso centrale, la classicità ha un carattere raccolto, che non offre per così dire appigli su cui innestare modifiche che possano portare a un turbamento o a una distruzione dell’equilibrio. La plastica classica è distinta dal convergere delle parti, dal dominio assoluto che l’interno esercita sull’insieme, dal fatto che ogni singola parte è permeata dallo spirito e dal senso di vita della totalità del fenomeno attraverso la sua visibile connessione.
È per questo che si parla della “serenità classica” dell’arte greca; è esclusivamente la concentrazione del fenomeno che non permette a nessuna parte un rapporto con forze e destini che siano estranei ad esso e risveglia il sentimento che questa forma è sottratta agli influssi mutevoli della vita comune. Per diventare una moda il classico deve trasformarsi in classicistico, l’arcaico in arcaicistico.
Al contrario tutto ciò che è barocco, privo di misura, estremo, è intimamente rivolto alla moda; per le cose che hanno queste caratteristiche la moda non giunge come un destino esterno ma come espressione storica delle loro qualità oggettive. Le membra della statua barocca nella loro tensione sembrano sempre in pericolo di spezzarsi, la vita intima della figura non le domina completamente ma le abbandona al rapporto con la casualità dell’essere esterno.
Le figure barocche, per lo meno molte di esse, hanno già in sé l’inquietudine, il carattere di casualità, la soggezione all’impulso momentaneo che la moda realizza come forma della vita sociale. Inoltre il carattere abnorme, l’esasperazione individuale, il capriccio delle forme esercitano spesso un influsso estenuante e premono verso il cambiamento di cui la moda offre lo schema. Appartiene a questo contesto anche una delle relazioni profonde che si riteneva di poter trovare fra le forme classiche e quelle “naturali” delle cose.