La differenza tra un aneddoto e un ‘caso clinico’
Cosa fa sì che il racconto di un caso venga liquidato come aneddoto o ritenuto un valido contributo al sapere medico?

Quando si etichetta qualcosa come “aneddoto,” di solito si intende che la persona che riporta l’informazione è incapace di descrivere accuratamente la risposta di un paziente a una terapia.

In realtà il dizionario definisce come aneddoto una breve narrazione non pubblicata. Le riviste maggiormente considerate dei nostri giorni contengono spesso quelli che sono detti casi clinici (casi di studio), i quali non sono altro che brevi resoconti delle risposte alla terapia di uno o più pazienti. Un caso clinico non è assolutamente nulla di più di un resoconto aneddotico che in qualche modo è riuscito a essere pubblicato. In ogni caso, il caso clinico pubblicato è generalmente scritto da un professionista della sanità e al suo contenuto è riconosciuta spesso la stessa validità di studi o articoli preparati più “scientificamente”.

In ultima analisi, comunque, un caso clinico è un aneddoto, e un aneddoto è un caso clinico. Le sole differenze sono l’esecutore della narrazione e la sua abilità nel farsi pubblicare. L’autore non professionale o l’autore medico non istituzionale subisce il ridicolo e deve lottare per essere pubblicato, mentre l’autore medico istituzionale è pubblicato senza difficoltà e considerato con grande rispetto dalla comunità medica per avere portato un contributo significativo all’analisi di un importante evento clinico.

Thomas E. Levy, medico internista e cardiologo