«Ambiguo» e un aggettivo stupendo, che noi purtroppo usiamo sempre e solo in senso dispregiativo. In realtà ambiguo viene da ambi- e da agere, «muovere entrambi»: significa quindi qualcosa che «muove» in sé almeno due significati, che non è univocamente comprensibile ovvero riconducibile a una cosa sola: che è quindi ricco, molto ricco!
Di fronte a una poesia, noi dovremmo sempre non capire completamente. Proprio la nostra non-comprensione è il segnale che ci troviamo in presenza di un linguaggio più alto e più nobile: il linguaggio poetico, appunto. Il nostro non saper dire un senso e uno solo, il nostro ambivalere, il nostro ambiguamente stare tra più significati è ciò che ci rende felici.
La letteratura ti fa balenare sempre almeno un doppio significato: ti abitua all’ambiguità, che è ricchezza di significati. E’ il contrario della comunicazione: il messaggio comunicativo è chiaro e univoco, il messaggio letterario invece è ambiguo e plurivoco.