Quando i banchieri, gli alti prelati e i capi delle grandi corporazioni fiorentine decisero di fare di Firenze la più bella città della Cristianità non si limitarono a pagare gli artisti aspettando passivamente e lasciandoli fare, ma parteciparono attivamente al processo di incoraggiamento, valutazione e selezione delle opere che volevano vedere realizzate. E fu il profondo interesse e il coinvolgimento di tutti i fiorentini – eminenti cittadini e gente comune – a spingere gli artisti a superarsi e a creare opere che sono andate oltre i loro precedenti limiti.