Offerta di lavoro
Come tradurre il testo delle offerte di lavoro.
I testi delle offerte di lavoro - nelle loro presentazioni, richieste, requisiti, e perfino nella loro sintassi e nella scelta degli aggettivi - sono tanto maledettamente simili tra loro che basta il testo di un solo annuncio per riassumerli tutti:

Agenzia leader nel settore, causa rapidissima espansione e per ampliamento proprio organico, seleziona il candidato ideale tra giovani fortemente motivati, automuniti, con cultura superiore, bella presenza, ambiziosi, determinati, dinamici, intraprendenti, entusiasti, dotati di buona dialettica e comunicativi, flessibili, dotati di forte spirito imprenditoriale, di capacità di problem solving e di stress tolerance, sicuri di sé. Fuori dal comune, alla ricerca di sfide continue e in grado di lavorare per obiettivi e in team desiderosi di realizzarsi e con spiccata predisposizione ai rapporti umani. Si richiede impegno full-time e disponibilità immediata.

Si offre di lavorare in un ambiente giovane e dinamico con uno stipendio proporzionato alle capacità e all’impegno. Si assicura un fisso mensile e provvigioni di sicuro interesse. Chiamate al nostro numero solo se pensate di avere tutti i requisiti richiesti!

Forte delle mie passate esperienze, mi diverto per un momento a immaginare come potrebbe essere la traduzione, in un “italiano sincero”, di un annuncio simile:

“Noi siamo i più forti di tutti (leader nel settore) e, siccome diventiamo sempre più ricchi e abbiamo tutta l’intenzione di diventarlo sempre più velocemente (causa rapidissima espansione), e visto che il lavoro che proponiamo è così stressante che c’è un ricambio della madonna (per ampliamento proprio organico), il nostro gruppo è alla continua ricerca (seleziona) di qualunque disoccupato disperato (il candidato ideale) che si trovi tra quegli individui che hanno un’assoluta urgenza di mangiare (fortemente motivati) e che però non siano poi così poveri da non avere un’automobile propria (automuniti) – visto che a fornirgliela, noi non ci pensiamo proprio – né così disperati da non avere una famiglia che abbia a suo tempo provveduto a mantenergli gli studi (con cultura superiore) e che possa continuare a consentirgli l’acquisto di vestiti firmati e sempre nuovi (bella presenza), che poi siano anche arrivisti e senza scrupoli (ambiziosi e determinati), che non stiano mai fermi e che invece di prendersi una pausa si inventino sempre qualcosa che ci aumenti il fatturato (dinamici e intraprendenti) che pur spezzandosi la schiena per noi appaiano sempre in forma, felici e soprattutto sorridenti (entusiasti), che siano capaci di abili giochi di parole per poter plagiare e truffare meglio chiunque, perché chiunque è un potenziale cliente (dotati di buona dialettica e comunicativi), che lavorino senza accampare diritto alcuno (flessibili), che abbiano lo spirito degli autentici figli di mignotta (dotato di forte spirito imprenditoriale), che posti di fronte a qualsiasi problema abbiano la capacità e la fantasia di trovarsi da soli la soluzione, anche se nessuno li ha mai preparati a farlo, e comunque senza mai procurare il minimo fastidio all’azienda (capacità di problem solving), che non abbiano bisogno di alcun riposo (stress tolerance), che siano megalomani (sicuri di sé), che si atteggino a fare i vip (fuori dal comune), che amplino il nostro portfolio clienti facendo firmare contratti a persone di ogni ceto economico e di ogni rango sociale (alla ricerca di sfide continue), che siano in grado di lavorare seguendo sempre le nostre mutevoli e determinate esigenze (per obiettivi e in team), che siano frustrati dalla vita e quindi ancor più attratti dai soldi e dal potere (desiderosi di realizzarsi) e, infine, che siano naturalmente portati ad adulare e dire menzogne ai clienti (spiccata predisposizione ai rapporti umani). Ora, visto che tanto nessuno vi offrirà mai niente di meglio, si pretende (si richiede) che non stiate troppo a riflettere su questa offerta, e che invece vi prepariate fin da subito a lavorare per noi (disponibilità immediata)”.

clabaldi72
lettera a La Repubblica