In genere non sa riconoscere che cosa è nutriente nell’ambiente che lo circonda, per cui si protende indiscriminatamente, cercando nutrimento da qualsiasi persona o cosa che incontri. Abbandona tuttavia rapidamente le situazioni o le relazioni che sono potenzialmente soddisfacenti, considerandole inadeguate.
Anche quando c’è la possibilità di avere del supporto, non lo riconosce e continua perciò a sentirsi privo di aiuto. Così continua costantemente a cercare, senza trovare quello che vuole. Rifiuta di occuparsi di se stesso e cerca invece aiuto e supporto dagli altri.
Essenzialmente vive il rifiuto della crescita come un privilegio, per cui respinge le conseguenze dell’agire nel mondo degli adulti e cerca invece di recuperare il suo “diritto acquisito dalla nascita” che gli altri si occupino di lui. Il suo atteggiamento è quello di chi considera che “il mondo gli deve la vita”. Avendo un rapporto infantile con i propri bisogni, desidera che questi vengano riconosciuti e soddisfatti senza impegno da parte sua.
Il mondo degli adulti, naturalmente, rifiuta di riconoscere o di rispondere a queste domande infantili. Le sue aspettative creano una serie di delusioni, che alla fine conducono alla depressione. È difficile per lui arrivare a patti con il mondo degli adulti; è perciò facilmente scoraggiato e depresso. È incline ad essere pessimista ed ha una cupa visione del futuro. Da qualche parte dentro di sè si rende conto che le sue domande sono irrealistiche e si deprime all’idea che non saranno mai soddisfatte.
Siccome crede, coscientemente o non, che il mondo gli “debba una vita”, avrà difficoltà a mantenere un impegno fisso. Non ha né la perseveranza né il desiderio di essere autonomo sul piano materiale. Siccome è tipicamente una persona che realizza meno di quello che potrebbe, le sue realizzazioni difficilmente corrispondono alle sue capacità.