Diversamente dal padrone che esplicitamente dice: “Tu sei spazzatura” o “Guarda quanto sono migliore di te”, alla persona autonoma basta fare il suo lavoro, esercitare la sua specializzazione, e dispiegare la sua calma indifferente. I suoi poteri sono determinati dalla sua posizione, sono attributi statici, qualità di ciò che egli è.
Non tanto i momenti in cui umilia i suoi dipendenti quanto i lunghi mesi durante i quali li ignora e non li considera, stabiliscono il suo dominio. Le impressioni che egli ha di loro e che essi hanno di lui non devono mai essere dichiarate. Lo sgretolamento del senso di dignità personale dei dipendenti non è mai argomento di discorso diretto; sarà la sua silenziosa corrosione a logorarli. Questo, più di un abuso esplicito, li piega alla sua volontà. La vergogna silenziosa, implicita, diventa uno strumento evidente per ridurre all’obbedienza.