Se il tipo di pensiero è limitato al calcolo tipico della ragione strumentale, forse le imprese che si regolano esclusivamente su questo tipo di pensiero si precludono la capacità di anticipare e governare i cambiamenti, col risultato che avranno sì una storia, ma non un futuro, per aver trascurato quello che loro chiamano il “capitale umano” che ha ritmi di accumulazione radicalmente diversi dal capitale finanziario. Se quest’ultimo infatti si misura sui tempi brevi del rendiconto trimestrale e della quotazione in borsa, il cosiddetto “capitale umano” esige un respiro più lungo e una forza che si conquista per maturazione e arricchimenti successivi, di cui il pensiero calcolante non ha la più pallida idea.