Detto questo il giovane se ne andò e Galvin, allegro e sorridente, si rivolse al suo scioccato accompagnatore: «Ecco come abbiamo messo fine alla supremazia di Texas Instruments nei semiconduttori!».
E’ importante sottolineare che allora non c’erano premi, in Motorola, per chi puntava allo status quo: i manager facevano carriera contestando le premesse esistenti e mostrando di vedere la nudità del re. A chiunque lo stava a sentire, Galvin era pronto a spiegare di non essere affatto la mente più brillante di Motorola, e che il successo dell’impresa dipendeva dall’essersi circondato di collaboratori più in gamba di lui, ai quali dava ascolto.