Sfamarsi con il caviale
Il valore dei libri sta nel fatto che non hanno uno scopo.
Pensava che valesse la pena di leggere un libro solo se questo potesse in qualche modo aiutarla nella sua vita.

Commetteva dunque quello che è considerato forse il più grande peccato che un lettore possa compiere agli occhi della critica letteraria colta: voleva trarne vantaggio. Dopotutto, un lettore non dovrebbe voler niente, i libri non hanno uno scopo — gli aspirapolvere e le pompe dell’olio hanno degli scopi, ma certo siamo tutti d’accordo sul concetto dell’arte per l’arte, no? Viene in mente Nabokov che ridicolizzava chi leggeva i romanzi sperando di imparare qualcosa da essi. Imparare! Non era ridicolo come tentare di togliersi la fame con il caviale?

A. De Botton
Dal libro: Il piacere di soffrire