Il piacere immenso
Insegnare come semplice piacere della condivisione.
Condividere: dividere insieme agli altri. Una torta, tipicamente, si condivide. Mica ti strafoghi mangiandotela tutta da solo. È la prima cosa che ci viene in mente: una cosa ti piace? Bene, la condividi. Io direi che esattamente questo è insegnare, niente di più: il piacere immenso della condivisione.

Dobbiamo semplicemente entrare in classe e leggere Dante. O un pezzo di Dickens, o una lettera di Kafka o due versi della Cvetaeva… Non importa cosa sia: qualsiasi cosa che faccia parte del nostro comune e universale patrimonio di studio (studium, poi, vuol dire passione); questa cosa dobbiamo portarla in classe e semplicemente leggerla.

Poi chiudere il libro, alzare gli occhi, guardare gli allievi e uscire. Basta, la lezione è finita.

Passare è un verbo bellissimo. Pensa che si dice “passare il mestolo” per dire che a un certo punto della vita la vecchia madre, che ha sempre guidato la casa, cucinato i buoni pranzetti e le cene di Natale per tutta la famiglia, cede il posto: alla figlia, alla nuora, ai nipoti…Passa la mano, si fa da parte insegnando ai più giovani tutto quello che sa, i suoi segreti, i trucchi, le ricette più speciali.

Passare le nostre conoscenze a un altro vuoi dire riconoscere che non siamo eterni e che qualcuno prenderà il nostro posto. Vuol dire anche riconoscere alle cose un tempo più lungo del nostro; la ricetta di quella speciale crema segreta, che ora insegniamo a nostra figlia, avrà un tempo più lungo, forse addirittura infinito, nel passaggio di generazione in generazione quella crema vivrà dopo di noi. Ecco perché è così bello il verbo passare, perché è ambiguo, vuoi dire due cose: trasmettere, ma anche andar via, finire, trapassare…

P. Mastrocola
da La scuola spiegata al mio cane