"Pensa solo a divertirsi"
Il professore neppure sospetta che nel divertimento non c'è la gioia, ma solo la di-versione.
Adolescenze non desideranti annunciano esistenze mancate, ma il desiderio è spesso in conflitto con la realtà che non è costruita apposta per soddisfare desideri. Qui sono possibili due atteggiamenti. O la rimozione della realtà con conseguente rifugio in un mondo sognato ad essa alternativo, o la frustrazione che, reiterata, annulla l'identità.
Il processo di rimozione, molto frequente e pericoloso, è noto ai professori come "distrazione".

In questo scontro fra realtà e desiderio in cui si dibatte l’adolescenza può scattare la frustrazione, che è utilissima per crescere, ma che, come tutte le medicine efficaci, va dosata. Un eccesso di frustrazione – come nel caso di voti troppo bassi distribuiti in nome dell’oggettività delle prove, senza il minimo sospetto che dietro le prove c’è qualcuno che ci prova e che si mette alla prova – sposta altrove la ricerca di riconoscimento senza il quale non si costruisce alcuna identità e quindi non si può vivere. Questo spostamento, questa di-versione è nota agli adolescenti come “divertimento”. “Suo figlio pensa solo a divertirsi,” dice il professore che neppure sospetta che nel divertimento non c’è la gioia, ma solo la di-versione.

U. Galimberti
Dal libro: L'ospite inquietante