A me piacciono i professori universitari, ma non li dovremmo considerare come il risultato più alto raggiungibile. Sono solo una forma di vita, un’altra forma di vita. Sono esseri piuttosto bizzarri, e lo dico con affetto per loro. C’è qualcosa di curioso nei professori, per quel che è la mia esperienza: non tutti, ma quasi, vivono nella loro testa. Vivono lassù e leggermente da una parte.
Sono scorporati, avete presente, quasi in senso letterale. Vedono i loro corpi come un mezzo di trasporto per le loro teste, no? È un modo per portare le loro teste ai meeting. Se volete una prova concreta delle esperienze extracorporee andate ad una conferenza di accademici attempati e fate un salto nella discoteca, all’ultima sera. E vedrete uomini e donne adulti scuotersi incontrollabilmente, fuori tempo, aspettando che finisca per andare a casa e scriverne qualcosa.