E molte delle nostre idee sono state formate non per far fronte alle circostanze di questo secolo, ma per far fronte alle circostanze dei secoli precedenti. Però le nostre menti sono ancora ipnotizzate da esse. Dobbiamo liberare noi stessi da alcune di queste idee. Questo è più facile a dirsi che a farsi. È molto difficile rendersi conto di ciò che diamo per scontato. E la ragione è appunto che lo diamo per scontato.
Vediamo dunque una cosa che potreste dare per scontata. Quanti di voi hanno più di 25 anni? Non è questo che penso che diate per scontato. Sono sicuro che con questo avete già una certa familiarità. Ci sono qui delle persone sotto i 25 anni? Ottimo. Adesso quelli sopra i 25 anni: alzino la mano quelli che indossano un orologio al polso. Ce ne sono un bel po’ no? Provate a fare la stessa domanda in una sala piena di adolescenti. Gli adolescenti non indossano orologi da polso. Non intendo dire che non possono, semplicemente spesso decidono di non portarli. E la ragione è che noi siamo cresciuti in una cultura pre-digitale, noi sopra i 25.
Così per noi, se vogliamo sapere che ore sono, dobbiamo avere al polso qualcosa che ce lo dica. I ragazzi adesso vivono in un mondo che è digitalizzato, e l’ora, per loro, è dappertutto. Non vedono alcuna ragione per portare un orologio. E, tra parentesi, neanche voi ne avete bisogno; è solo che lo avete sempre fatto e continuate a farlo. Mia figlia Kate, che ha vent’anni, non porta mai l’orologio. Non ne vede la necessità. Come dice lei: “È un dispositivo mono-funzione. È proprio da sfigati.” E io dico: “No, no, ti dice anche la data. Ha funzioni multiple.”