Cosa conta?
Permettetemi di raccontare un’esperienza personale.
Il mio più caro e vecchio amico giunse negli Stati Uniti dalla Lituania quando aveva quindici anni, per sfuggire alle persecuzioni hitleriane. Venne a New York con i suoi genitori e si iscrisse alla George Washington High School, che era l’istituto in cui andavano all’epoca i ragazzi ebrei più dotati. Una volta mi disse che la cosa che lo aveva più colpito della scuola americana era che se uno prendeva un brutto voto nessuno diceva nulla, ma se arrivava con tre minuti di ritardo veniva mandato in presidenza.
Ne dedusse che ciò che importava era la capacità di lavorare in una catena di montaggio, anche se di tipo intellettuale: fare ciò che viene ordinato e stare al posto assegnato. Il messaggio era dovrai diventare un operaio in fabbrica, anche se la fabbrica sarà un’università; obbedire agli ordini di qualcuno e lavorare come ti viene detto. Ciò che conta è la disciplina, non scoprire le cose per conto tuo o capire che cosa ci interessa. Dovevi solo avere i requisiti del bravo operaio.
N. Chomsky