Come nascono prospettive inedite
Lo specialista è colui
che sa sempre di più su sempre di meno,
fino a sapere tutto di niente.
George Bernard Shaw
Perché l’università di Princeton ha deciso di cambiare la disposizione dei laboratori.
Nei primi anni ’60, durante una serata in onore di numerosi premi Nobel nelle più svariate discipline, John Kennedy pronunciò un brindisi rimasto famoso: “Saluto la più straordinaria riunione di talenti e conoscenza mai tenuta alla Casa Bianca, con la possibile eccezione di quando Thomas Jefferson vi cenava da solo”.

Uomo politico, scienziato, architetto, autore della Dichiarazione d’Indipendenza americana, fondatore di un’università (in Virginia) e di un partito (quello democratico), Jefferson era la reincarnazione dell’Uomo Aristotelico o Rinascimentale: l’individuo dotato di sapere universale, che eccelle in qualsiasi campo.

Avere vasta cultura e capacità poliedriche: per due millenni, questo è stato il segno distintivo di una mente superiore. Sennonché nell’odierna era dell’iper-specializzazione, le qualità che in Leonardo da Vinci denotavano il genio sono diventate un difetto per tutti gli altri: oggi il generalismo è considerato un limite allo sviluppo scientifico e gli intellettuali che sanno tutto di tutto sembrano una specie in via di estinzione. Ma siamo sicuri che la scomparsa del tuttologo sia un vantaggio, e non una perdita, per il pensiero umano?

E’ vero che la maggioranza degli scienziati e dei pensatori odierni dedicano le loro carriere a risolvere problemi sempre più complessi in campi sempre più ristretti, e che questa tendenza, in atto da decenni, ha portato a enormi risultati in relativamente poco tempo. Ma le svolte nella scienza e nell’arte, il genere di idee che aprono prospettive inedite, osserva la rivista britannica, vengono spesso aiutate da uno sguardo nuovo o da una miscela di esperienze.

La scoperta del Dna, per esempio, è maturata dal matrimonio tra fisica e biologia. L’Institute for Advanced Studies dell’Università di Princeton, la facoltà dove studiava e insegnava Albert Einstein, ha cambiato la disposizione dei suoi laboratori per fare in modo che specialisti di materie diverse lavorino gomito a gomito.

E. Franceschini
Da La Repubblica